Il 24 settembre il Dipartimento per le imprese, l’energia e la strategia industriale del governo britannico ha annunciato di voler modificare il proprio programma per un sistema globale di navigazione satellitare (GNSS). Quest’ultimo aveva il compito di valutare la fattibilità della costruzione “ex-novo” di un sistema di satelliti per la navigazione. Scartata questa possibilità l’obiettivo è ora ricercare soluzioni innovative e tecnologicamente più “fattibili”.
“Il nuovo Space-Based Positioning Navigation and Timing Programme (SBPP) prenderà in considerazione idee innovative per fornire ‘navigazione satellitare’ globale e servizi satellitari sicuri per soddisfare le esigenze del pubblico, del governo e dell’industria” ha annunciato il dipartimento nella sua dichiarazione.
Nel progetto sono stati per la prima volta ufficialmente inclusi anche i satelliti della flotta OneWeb. In un comunicato il segretario alle imprese Alok Sharma ha infatti affermato che “Il SBPP include satelliti in orbita bassa che potrebbero offrire notevoli vantaggi a persone e aziende in tutto il Regno Unito, riducendo potenzialmente la nostra dipendenza da sistemi satellitari stranieri”. Appare quindi evidente come il governo londinese abbia deciso di dare un chiaro significato al recente acquisto di OneWeb.
Alla ricerca dell’indipendenza satellitare
Da tempo ormai si conosce l’intenzione del governo britannico di costruire un proprio sistema di navigazione satellitare. Questa strategia ha iniziato a prendere forma quando lo stesso governo londinese ha deciso di acquisire, se pur in parte, la fallita OneWeb. Le motivazioni che hanno spinto Londra a cercare “l’indipendenza satellitare” non sono poche, una fra tutte l’ormai certa uscita dal programma Galileo dell’Unione Europea. Con la Brexit in versione No Deal (cioè senza accordi), il Regno Unito è stato escluso da numerosissimi accordi internazionali con i paesi membri. Fra questi c’è anche Galileo, il sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile a disposizione dei paesi europei.
Un paese altamente industrializzato e fra i primi al mondo sul piano commerciale non può di certo fare a meno di un sistema di navigazione satellitare né tantomeno può rendersi succube delle decisioni di governi d’oltreoceano (sistema GPS) o tornare a cercare accordi con Bruxelles dopo gli ultimi attriti politici (sistema Galileo).
Da qui l’esigenza di disporre di un proprio sistema di satelliti per le comunicazioni e la navigazione satellitare. Tuttavia, un piano così ambizioso non può non presentare notevolissime criticità. Se pure l’industria spaziale britannica sia all’altezza della sfida e sia probabilmente capace di costruire satelliti dediti alla navigazione e al tracciamento a terra, i costi sarebbero elevatissimi per un progetto che partirebbe da zero, soprattutto in un periodo storico già complicato come questo.
Perchè OneWeb?
OneWeb è un’azienda con sede legale a Londra che progettava di mettere in orbita moltissimi satelliti nelle orbite basse per garantire una connessione a internet a livello globale, un po’ come Starlink di SpaceX. Ma anche le più belle favole possono finire e così è stato per questo progetto che non è riuscito a intercettare gli ultimi 2 miliardi di finanziamento di cui aveva bisogno.
Questo ha portato l’azienda a dichiarare bancarotta nel marzo di quest’anno. In questo contesto il governo inglese, con il bene placido di quello americano, ha acquisito il 20% delle quote azionarie della società per 500 milioni.Moltissime discussioni sono nate dopo questo acquisto, ma prima di parlarne è opportuno specificare alcune questioni.
I satelliti di navigazione satellitare (come quelli delle reti Galileo o GPS) si trovano per la maggior parte su orbite terrestri medie (25000 Km circa). Le reti di questo genere sono in grado di offrire una copertura estremamente estesa pur disponendo di pochi dispositivi. Di contro la distanza considerevole dalla Terra obbliga questi sistemi ad utilizzare segnali molto forti e di lunga durata (rendendo di fatto il segnale più facilmente intercettabile)
Al contrario le mega-costellazioni come OneWeb e Starlink che si occupano essenzialmente di offrire una copertura internet globale operano a orbite molto più basse e possono utilizzare segnali più deboli e brevi. Tuttavia, per assicurare una copertura omogenea la rete ha bisogno di moltissimi dispositivi. Per fare un confronto OneWeb dovrebbe portare in orbita più di 650 satelliti contro gli appena 22 di Galileo.
Alcuni, come Paul Febvre CTO dell’azienda Satellite Applications Catapult hanno reputato l’acquisizione una mossa giusta per ammortizzare i costi utilizzando una rete già esistente e di ottime prestazioni. C’è anche chi si è interrogato sulla fattibilità di un corretto utilizzo dei satelliti di OneWeb per questo scopo. La stessa dirigenza dell’agenzia spaziale inglese era apertamente contraria all’acquisizione e reputava la “conversione” dei sistemi troppo onerosa in termini di sforzi tecnologici.
L’idea del governo britannico di utilizzare i satelliti OneWeb per costituire un sistema di navigazione satellitare appare quindi una sfida inedita e di sicuro non facile, ma gli ultimi comunicati decretano un definitivo passo in avanti in questa direzione. Non è stato però dichiarato apertamente come la costellazione OneWeb possa effettivamente entrare a far parte del programma di navigazione e comunicazione satellitare. Sicuramente occorrerà lavorare su molti fronti. Ci sarà bisogno di verificare l’effettiva qualità di una soluzione di questo tipo e quanto l’investimento su OneWeb possa realmente facilitare il raggiungimento dell’indipendenza satellitare.
Per OneWeb arrivano segnali incoraggianti anche da Arianspace. L’ azienda francese ha infatti comunicato di voler ripristinare le operazioni di lancio dei satelliti di OneWeb già a partire da Dicembre. Le attività, che erano state sospese in seguito al fallimento, continueranno fino al 2022 se il processo di fallimento verrà interrotto. Questo è un attestato di fiducia che potrebbe dare un buon segnale al mercato sulla fattibilità della costruzione di OneWeb
Per ora non si hanno informazioni sulla durata né tantomeno sul costo del nuovo programma SBDD, ma conviene di sicuro continuare a seguire questa vicenda. Le soluzioni migliori arrivano spesso cercando dove nessuno ha mai provato prima. La sfida per il Regno Unito e Oneweb è senza dubbio apertissima.
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