Il James Webb Space Telescope ha recentemente completato con successo il cosiddetto “Ground Segment Test”, il cui obiettivo era verificare la sua abilità di comunicare con la Terra. I tecnici si sono concentrati sulla capacità del telescopio di ricevere comandi da Terra e di rimandare sul nostro pianeta i dati raccolti durante le osservazioni.
Per simulare al meglio le reali condizioni operative, il satellite è stato inizialmente connesso alle tre enormi antenne del Deep Space Network, posizionate in Australia, Spagna e California. Una volta verificata la bontà della connessione, i tecnici hanno provveduto ad inviare comandi per attivare, ruotare ed operare ciascuno dei quattro strumenti di bordo.
Attualmente, il James Webb si trova all’interno della “clean room” della Northrop Grumman, in California, una speciale stanza ad atmosfera controllata. Qui rimarrà fino alla spedizione che precederà l’ultimo passo prima del lancio: l’integrazione con il razzo Ariane 5.
Come dichiarato da Amanda Arvai, Deputy Division Head of Mission Operations: “Questo è stato il primo test ad essere effettuato con l’hardware reale, sia sul Webb che nelle stazioni di terra. [..] E’ stata la prima operazione end-to-end superata a pieni voti.”
I tecnici hanno quindi potuto verificare il comportamento del sistema integrato con la massima verosimiglianza.
Questo test è solo l’ultimo di una serie. Ad Aprile sono stati dispiegati senza problemi i 18 specchi esagonali che formano lo specchio principale. Le settimane successive hanno visto la verifica del corretto funzionamento della Deployable Tower Assembly ed il ripiegamento del telescopio nella sua configurazione di lancio.
James Webb Space Telescope: una delle missioni più ambiziose di sempre
Non deve stupire il fatto che tra un test ed il successivo passino settimane, a volte anche mesi. Il JWST è infatti un programma su cui la NASA (e Northrop Grumman, di riflesso) non può fallire.
Una volta lasciata la superficie terrestre a bordo di un Ariane V, inizierà il suo viaggio per posizionarsi nell’orbita operativa, che durerà tre mesi e che lo condurrà al punto Lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole.
La scelta di questa posizione particolare nel Sistema Solare, distante un milione e mezzo di kilometri da Terra, trova le sue radici nell’estrema sensibilità degli strumenti di bordo.
Lì, infatti, rivolgendo lo scudo termico verso Sole, Terra e Luna, potrà puntare lo specchio verso lo spazio profondo al riparo da qualsiasi perturbazione termica. Opererà ad una temperatura costante di 220 gradi centigradi sotto zero.
Il rovescio della medaglia è che nessuna missione potrà mai raggiungerlo per effettuare la benché minima riparazione, a differenza di quanto fatto con Hubble tramite lo Space Shuttle.
La costruzione del James Webb Space Telescope ha avuto fine nel 2016, dopodiché hanno preso il via le varie campagne di test. Queste hanno obbligato tecnici ed ingegneri ad apportare alcune piccole ma laboriose modifiche.
Salvo altri ritardi, verrà lanciato il 31 Ottobre 2021 dallo spazioporto di Kourou, in Guyana Francese.