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L’importanza dello spazio per studenti e aziende – Intervista a Chiara Chiesa

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In un periodo di grandi cambiamenti e innovazioni nel settore spaziale industriale, l’Ufficio delle Nazioni Unite per lo Spazio ha scelto tre italiane per ispirare giovani ragazze e ragazzi col programma Space4Woman. Oggi abbiamo raggiunto Chiara Chiesa, mentor per Space4Women e Space Technology Transfer Commercialization advisor. Le abbiamo chiesto di raccontarci un po’ la sua storia e le motivazioni che l’hanno spinta ad affrontare una carriera nello spazio.

Come mai ha deciso di occuparsi di spazio?

Il mio compito è aiutare aziende e in particolare startup a connettersi con questo settore.
Ho scelto proprio lo spazio perché è fondamentalmente l’ultima frontiera prima dell’impossibile. È una frase che dico spesso ma credo sia decisamente vera. Dopo la ricerca e le tecnologie spaziali non c’è altro, c’è appunto, solo l’impossibile. È quindi una sfida, anche con me stessa, in un settore che è una sfida in sé stesso.

Spesso e volentieri chi decide di aprire un’impresa nel settore spaziale si trova veramente di fronte a delle problematiche che sfiorano l’impossibile, e questo a me appassiona tantissimo; vedere imprenditori e ricercatori trovare nuove soluzioni con grande creatività. È proprio il processo di immaginazione che si scontra con il possibile che dà vita a tecnologie che permettono di sopravvivere nello spazio e in seguito di ottenere benefici sulla Terra.

In questo momento di cosa si occupa?

In questo momento sono PR internazionale e Space technology Transfer advisor, Sales Advisor per Graphene-XT, un’azienda che produce Grafene, e sono nel team di Walle Mobility, una Startup innovativa che sta progettando un servizio di trasporto attraverso droni.

Se non sbaglio lei è fondatrice della NASA Space App Challenge di Brescia. Ci può parlare di questa attività?

La NASA Space App Challenge è un hackathon che si tiene in contemporanea mondiale e dura due giorni. È una gara di sviluppo tecnologico, sia di applicazioni che di tecnologie hardware ottenute utilizzando dati satellitari dell’osservazione della Terra di NASA e a volte anche di altre agenzie spaziali. Ci sono varie sfide, con diversi gradi di difficoltà. Sono proposti lo sviluppo sia di tecnologie spaziali ma anche quelle di uso terrestre. Queste ultime in particolare vanno a risolvere problemi che sono legati agli SDGs 2030 (Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite e per questo i dati satellitari sono fondamentali per studiare fenomeni come la qualità delle colture, le situazioni durante disastri naturali ecc.

Io ho partecipato qualche anno fa alla NASA Space Apps Challenge organizzata a Vicenza e lì è stato un colpo di fulmine. Da quel momento ho approfondito e capito quanto fosse importante il mondo della Space Economy. Allora ho deciso di portare questo hackathon a Brescia perché volevo veramente che i ragazzi bresciani ne approfittassero e decidessero poi di scegliere un percorso di studi dedicato proprio all’utilizzo dei dati satellitari (e non solo) per creare poi le loro Startup.

Insieme a Ilaria Cinelli e Veronica Moronese, che abbiamo intervistato nelle scorse settimane, è stata scelta come Mentor del programma Space4Woman dell’Ufficio delle Nazioni Uniti per lo Spazio UNOOSA. In cosa consiste questo programma e perché è così importante, soprattutto in questi anni?

Questo programma ha l’obiettivo di ispirare le giovani e i giovani con nuovi modelli di ruolo femminili, esempi di donne che lavorano in questo settore, per far capire alle giovani ragazze/i che non esistono solo le donne astronaute nel settore spazio. Ci sono infatti moltissime diverse professionalità. Il nostro compito, con la nostra storia, è far capire proprio questo, che esistono diverse professionalità in questo settore, e che gli studenti di materie STEM possono trovare nello spazio un settore ad alta remunerabilità. Allo stesso tempo facciamo anche capire che l’ambiente spaziale è talmente ampio che anche al di fuori dei campi STEM sono ricercate figure professionali.

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Il nostro impegno è quindi essere delle ambasciatrici di questo settore e contemporaneamente aiutare ad entrarci.

Quindi, in due parole, cosa direbbe ad un giovane studente (che sia in materie STEM o no) per convincerlo a specializzarsi nel campo spaziale?

Direi loro che innanzitutto questa è una nuova opportunità per entrare in un settore che si svilupperà sempre di più. Accedervi ora è quindi un vantaggio. Essendo in crescita esponenziale è più facile trovare occupazione e i ruoli richiesti sono altamente remunerativi. Quindi direi che al posto di morire di fame come avvocato normale io ci penserei bene e mi butterei ad esempio nel settore del diritto spaziale.

In Astrospace.it lo diciamo spesso: in questi anni siamo veramente all’inizio di una nuova corsa allo spazio che non sarà solo geopolitica ma anche tecnologica, economica e sociale.

Assolutamente. E purtroppo chi rimane indietro, e chi lo sta facendo non sembra accorgersene, avrà un gap tecnologico non indifferente da colmare in futuro. Chi ha accesso allo spazio avrà un accesso migliore a Internet, all’informazione, alla geolocalizzazione, all’osservazione e allo studio della superficie terreste, giusto per dirne alcune. Chi controlla lo spazio, controlla il mondo.