Il Dipartimento della Difesa statunitense (abbreviato in DoD) non onorerà i contratti assegnati a 6 aziende poche settimane fa. Erano previsti due lanci nei prossimi 24 mesi ma dubbi sul budget ed emergenti ombre sulle modalità usate per la scelta dei vincitori hanno portato all’annuncio di oggi.
Sotto il cosiddetto “Defence Production Act” era stata indetta una gara d’appalto per selezionare sei società. L’obiettivo era riuscire a individuare realtà che potessero fornire, e diversificare, l’offerta americana per piccoli lanciatori.
Dopo l’annuncio del 16 giugno scorso, quando si rese pubblica la scelta di Aevum, Astra, X-Bow, Rocket Lab, Space Vector e Vox Space per i suddetti lanci, ora arriva il passo indietro. Pochi giorni fa, il 1 Luglio, il DoD pubblica infatti il ” Notice of Contract Award (NOCA) Withdrawal”, documento ufficiale dove si legge:
“The Government received several responses to the DPA Title 3 Funded Rideshare Service NOCA … and is re-evaluating its strategy on how best proceed with this action”
“Il Governo ha ricevuto parecchie risposte e sta ri-valutando la sua strategia e decidendo come meglio procedere”
Un cambio di strategia netto.
Dubbi o pratiche illecite?
Anche se, a domanda diretta, l’addetto alle pubbliche relazioni non ha voluto rispondere, è chiara la presenza di criticità. Quanto sopra è un modo complesso per confermare che si sono alzate troppe ombre sulle modalità di scelta dei vincitori del bando. I dubbi e le critiche si sono fatti così importanti da costringere al passo indietro.
Secondo varie fonti interne al settore, in particolar modo si è criticata l’assenza di trasparenza oltre a vere e proprie (gravi) violazioni di legge. E’ stato sottolineato come non siano chiari i metodi usati e quali siano state le ragioni che hanno portato a preferire i vincitori invece degli altri concorrenti.
La legge statunitense prevede che quando si tratta di gare di appalto chiuse, deve essere poi pubblicata una esaustiva informativa dell’attività fatta. Per evitare favoritismi o pratiche poco lecite deve essere diffuso il cosiddetto “Justification & Approval document”. Questo documento non è mai stato rilasciato e sembra proprio non esistere.
La somma di tutti questi fattori ha portato quindi ad un crescendo di malcontento arrivato fino al Congresso. La richiesta di chiarimenti ora è ben più che mero malumore. L’annuncio odierno della momentanea sospensione dei contratti assegnati è dunque comprensibile e anzi dovuta.
Vi terremo aggiornati su eventuali sviluppi futuri.