Mancano ormai una manciata di settimane al lancio di Perseverance, la missione NASA che nella seconda metà di Luglio inizierà il proprio viaggio verso Marte. Il rover si trova attualmente al Kennedy Space Center, in Florida, e nell’ultimo mese è stato protagonista di avvenimenti cruciali in vista del lancio.
L’ultimo in ordine di tempo, avvenuto negli ultimi giorni di Aprile ma reso noto soltanto venerdì 8 maggio, è stato l’integrazione tra il rover e il modulo di discesa. Quest’ultimo è un elemento di fondamentale importanza per il successo della missione essendo incaricato di depositare dolcemente Perseverance sulla superficie. Un suo malfunzionamento potrebbe avere conseguenze catastrofiche come la distruzione del rover.
Il modulo di discesa verrò però usato solamente nell’ultima fase della parte più rischiosa dell’intera missione: l’ingresso nell’atmosfera di Marte.
Gli ultimi minuti, i più rischiosi
Il 18 Febbraio dell’anno prossimo, tutto avrà inizio a decine di kilometri di quota, con l’ingresso della capsula ad elevata velocità (parliamo di alcuni kilometri al secondo) negli strati superiori dell’atmosfera marziana. Nonostante la bassissima pressione l’attrito sarà tale da generare un’enorme quantità di calore, che in assenza di uno scudo termico porterebbe ad una rapida disintegrazione.
Questa fase, denominata Entry, terminerà con il distacco dello scudo termico, ormai diventato un peso inutile, ed il conseguente dispiegamento dei paracadute. Avrà dunque inizio la Descent.
Il bello però dovrà ancora arrivare. A poche centinaia di metri dal suolo, gli otto retrorazzi del modulo di discesa verranno accesi e con la loro spinta diminuiranno ulteriormente la velocità, fino quasi ad azzerarla a circa una decina di metri dal suolo. A questo punto, quattro cavi in nylon caleranno Perseverance sulla superficie, per poi essere tranciati dall’esplosione di minuscole cariche pirotecniche.
Dieci mesi dopo l’integrazione, rover e modulo di discesa torneranno ad essere entità distinte. A quest’ultimo rimarrà ancora propellente a sufficienza per riprendere quota, allontanarsi ed impattare al suolo a distanza di sicurezza dal rover. Se tutto sarà andato secondo i piani, la missione vera e propria potrà avere inizio.
I paracadute, il modulo di discesa ed il rover registreranno tutti gli avvenimenti con apposite telecamere e potranno regalarci immagini mozzafiato dell’arrivo sul Pianeta Rosso.
Un approccio di questo genere prende il nome di sky-crane ed è stato adottato per la prima volta nel 2012 con il rover Curiosity.
La distanza tra la Terra e Marte renderà impossibile ogni intervento umano in caso di problemi. La conferma del corretto atterraggio giungerà infatti alla NASA con sette minuti di ritardo, che i tecnici vivranno con grande ansia e che per questo hanno soprannominato “seven minutes of terror”.
Un elicottero per Marte
L’integrazione del modulo di discesa segue di poche settimane l’assemblaggio di un altro componente di Perseverance, l’elicotterino Ingenuity. Il viaggio verso Marte lo trascorrerà attaccato alla pancia di Perseverance, in attesa di essere rilasciato circa un mese dopo l’arrivo sul Pianeta Rosso. C’è molta trepidazione per questa “missione nella missione”: se tutto funzionerà correttamente, il primo volo di Ingenuity rappresenterà anche il primo volo di un oggetto artificiale su un corpo celeste diverso dalla Terra.
A giudicare dagli avvenimenti delle ultime settimane, sembra che l’emergenza Covid-19 non stia avendo alcun impatto sulla preparazione della sonda al lancio. Non resta che aspettare nuove informazioni ufficiali, di cui vi terremo naturalmente informati.