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| On 4 anni ago

I tre modi in cui la Cina conquisterà lo spazio nel 2020 – Spazio d’Oriente

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Oggi su Spazio d’oriente vedremo i tre obiettivi principali di esplorazione spaziale della Cina per questo 2020. Nonostante le diffcoltà legate alla pandemia, Pechino cercherà di mostrare i muscoli e raggiungere in pochi anni alcuni traguardi per cui altre nazioni hanno impiegato decenni.

Per il 2020 la Cina aveva previsto un impressionante numero di lanci, tuttavia già dai primi giorni di febbraio fu evidente come questo obbiettivo sarebbe stato rivisto. Oggi oltre alla pandemia, sul fronte aerospaziale è accaduto un altro fatto che condizionerà sicuramente il calendario di lanci di quest’anno. L’incidente accaduto al Lunga Marcia 7A il sedici marzo scorso. Dopo il lancio, il vettore cinese ha probabilmente riscontrato un malfunzionamento al terzo stadio che gli ha impedito di raggiungere l’orbita. Ovviamente il condizionale quando si parla di Cina è sempre d’obbligo in quanto non sono trapelate molte informazioni su questo incidente.

Nonostante questi problemi, Pechino ambisce a concludere quest’anno con almeno tre importanti missioni, su cui gli enti di ricerca cinesi lavorano da anni. Parliamo di progetti molto ambiziosi per l’industria aerospaziale cinese e oggettivamente di grande difficoltà.

Una nuova capsula per lo spazio profondo

La Cina dispone già di una capsula per il trasporto umano in orbita, una “copia” della Soyuz russa dal nome Shenzhou ( vascello divino). Il paese asiatico necessita ora di una nuova capsula per raggiungere i prossimi obbiettivi. La Shenzou risente infatti di un design oramai antiquato, basato sulla longeva Soyuz russa e non permette di portare più di tre astronauti alla volta. Il secondo grande problema della Shenzhou, è l’impossibilità di andare oltre l’orbita bassa terrestre. Chi ha letto la primissima puntata di questa rubrica, ricorderà infatti che il culmine delle missioni di esplorazione cinese sulla Luna sarà proprio l’arrivo di taikonauti.

Le ultime immagini appena rilasciate della preparazione in corso alla nuova capsula cinese.

La risposta a questi due problemi è una capsula di nuova generazione che trasporterà da tre a sei taikonauti e sarà adatta ad andare oltre l’orbita bassa terrestre. Ad oggi non c’è ancora un nome ufficiale, pertanto nella sua attesa ci riferiremo a questo nuovo veicolo con il semplice nome di “nuova capsula”.

Una peculiarità di questo veicolo di nuova generazione è lo scudo termico che, analogamente a quanto accade sulle Dragon di Spacex, sarà sostituibile una volta che il mezzo rientra a Terra. In questo modo si potrà riutilizzare il resto della capsula. Questo caratteristica è molto interessante perchè ci aiuta a comprendere come la Cina sperimenti delle soluzioni mirate al riutilizzo dell’hardware spaziale che si sono rivelate vincenti oltre oceano.

L’osservare il mondo occidentale è una strategia che sembra utilizzata anche dal sistema di docking che la capsula utilizza. Da un video diffuso recentemente, si nota infatti che la nuova capsula possiede un adattore compatibile al International Docking System Standard (IDSS). Pertanto esiste la possibiltà che possa attraccare sull’ISS, anche se oggi sembra molto improbabile per ragioni politiche. La volontà politica (storica) e commerciale americana impedisce una collaborazione fra la ISS e il settore aerospaziale cinese.

Come già detto, questa capsula potrebbe andare oltre l’orbita terrestre e l’obbiettivo più probabile in questo caso è la Luna. Tuttavia ad oggi per la Cina è impossibile inviare una capsula del genere oltre l’orbita bassa per la mancanza di un razzo sufficientemente potente. Per questo in futuro ci sarà la necessità di un nuovo lanciatore, forse il Lunga Marcia 9, ma questa è un’altra storia.

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Attualmente il primo di test di questa nuova capsula è previsto per Aprile. Come successo per il primo test della Orion americana, ci sarà un breve volo senza equipaggio e senza supporto vitale. Questo lancio sarà di fondamentale importanza per validare il Lunga Marcia 5B, una variante del vettore cinese appositamente progettata per questa nuova capsula.

Un’ambiziosa missione per Marte

Per chi conosce l’esplorazione spaziale Il 2020 è un anno fondamentale per le missioni verso il pianeta rosso. A causa della minima distanza tra terra e Marte di quest’anno, vi è la possibilità di lanciare le missioni verso Marte con più facilità.

Un render del nuovo rover cinese. Fonte: Chinese State Administration of Science/Xinhua

La Cina ambisce a lanciare la sua prima missione verso Marte proprio quest’anno. Conosciuta con il nome di Huoxing-1 (HX-1), la prima missione cinese per il pianeta rosso sarà composta da un orbiter ed un rover. Quest’ultimo sarà alimentato da panelli solari e dotato di strumenti per l’analisi della superficie e del clima marziano.

Lo scopo principale di questa missione sarà la ricerca di segni di vita passata su Marte, con particolare attenzione alla caccia di biomolecole, fondamento per tutti gli organismi complessi. Un compito secondario sarà la ricerca di campioni da inviare sulla terra con una successiva missione programmata per il 2030.

Il successo del rover, sancirebbe l’entrata di Pechino in un club in cui sono presenti solo Stati Uniti e Russia. La capacità di atterrare su Marte, ad oggi è ritenuta una delle più grandi sfide per l’ingegneria aerospaziale. In caso d successo saremmo di fronte ad un traguardo incredibile.

Ad oggi la missione è fissata per Luglio 2020 a bordo di un Lunga Marcia 5, che ancora una volta si rivela il lanciatore pesante chiave per l’espansione cinese nello spazio.

Un altro passo nell’esplorazione lunare

Nel 1976 la missione sovietica Luna 24 fu l’ultima occasione in cui dei campioni di roccia lunare tornarono a Terra. Nel 2020 succederà nuovamente grazie alla missione cinese Chang’e 5. questa sarà la quinta missione del programma cinese dedicato all’esplorazione della Luna e la prima della terza fase di esplorazione del nostro satellite. Quest’ultima fase precede l’inizo dell’esplorazione umana (prevista per il prossimo decennio) e consiste nelle missioni 5 e 6 del programma.

Descrizione della missione Chang’e 5. Credits: The Planetary Society.

Chang’e 5 è formalmente divisa in 4 parti. Il lanciatore porterà in orbita lunare un orbiter, un lander e un veicolo di ascesa. Gli ultimi due scenderanno sulla superficie lunare e il primo gli aspetterà in orbita, una strategia uguale a quella delle missioni Apollo. Una volta che saranno raccolti i campioni di rocce lunari il modulo di ascesa verrà “lanciato” in orbita dove efettuerà un rendevous con l’orbiter per poi tornare sulla Terra.

Chang’e 5 sarebbe dovuta partire già nel 2018 ma è stata rimandata per colpa del fallimento al secondo lancio del Lunga Marcia 5. Ora che il vettore è stato aggiornato e reso più affidabile, portare sulla Luna la missione Chang’e sarà uno dei suoi compiti per questo 2020.

Questo era Spazio d’oriente. Tra progetti e ambizioni della potenza asiatica, ogni settimana approfondiamo la ricerca della supremazia spaziale del colosso asiatico.

Spazio D’Oriente è una rubrica progettata e scritta da Nicolò Bagno.