La US Space Force è nata anche come risposta americana al crescente interesse cinese nello spazio. Pechino mira alla creazione di ricchezza tramite progetti di ricerca nello spazio, ma allo stesso tempo sfida gli Stati Uniti nella supremazia militare in orbita. Su quest’ultimo fronte, la Cina ha creato nel 2015 la Strategic Support Force come ramo del PLA (People’s Liberation Army).
La domanda importante su cui è necessario ragionare è la seguente: perché si sta “militarizzando” lo spazio?
La risposta esatta è che in verità è già miltarizzato da molti decenni, pertanto la creazione di queste nuove forze belliche è solo la formalizzazione di un lungo processo che nasce nella guerra fredda. Un altro fattore chiave che porta alla nascita di queste divisioni è l’aumento del numero e delle tipologie di operazioni spaziali militari che è possibile fare in orbita.
Se nelle prime fasi della conquista dello spazio c’erano solamente i cosiddetti “satelliti spia”, oggi è possibile avere una più vasta gamma di satelliti per uso militare. Si pensi per esempio ai satelliti GPS per la navigazione, SBIRS per il cosidetto “missile warning“, oppure i satelliti dedicati alle comunicazioni strategiche AEHF. Questi sono solo alcuni esempi noti, bisogna considerare anche i progetti più o meno segreti di satelliti progettati per inteferire o adirittura distruggere altri satelliti nemici.
Nella categoria dei cosidetti “satelliti spia” troviamo i più classici satelliti di osservazione terrestre, che sono veri e propri telescopi rivolti verso terra. Il progetto WFIRST, un telescopio NASA in fase di sviluppo, usa uno specchio derivato dai satelliti spia americani. La categoria “spia” va però ampliata anche ai satelliti che spiano altri satelliti. Di quest’ultima tipologia abbiamo avuto un esempio qualche settimana fa quando un satellite russo ha (probabilmente) visitato un satellite spia americano.
Tutti questi esempi sono utili per capire perchè la Cina, Stati Uniti ed in futuro anche altri stati necessitano di una forza militare dedicata alla operazioni spaziali. Anche per questi utilizzi militari il settore aerospaziale è oggi vivo più che mai.
Creata nel 2019, la US Space Force è diventata una nuova struttura operativa sotto l’Air Force che prende il posto dell’Air Force Space Command (AFSC). Evitando di addentrarci nella complessa composizione delle forze armate statunitensi, è utile vedere la storia di questa neonato ramo delle forze armate americane.
Contrariamente a quello che si possa pensare, l’idea di una forza spaziale non è di Donald Trump ma ha radici molto profonde. Nel 1998 il senatore repubblicano Bob Smith fu il primo a parlare di una forza militare dedicata allo spazio. Tuttavia a causa delle guerre condotte sotto l’amministrazione Bush, l’idea venne accantonata. Ritornò all’interno del dibattito politico nel 2007.
Quest’ultima data non è casuale. Nel gennaio del 2007 avvenne un fatto di grandissima importanza geopolitica. La Cina testò con successo un missile anti satellite che distrusse il satellite meteorologico Fengyung-1C. A mio avviso l’importanza di questo test verrà ricordata al pari dei primi test atomici. Pensate che fino al 2007 solo Stati Uniti e Russia avevano tecnologie anti satellite e quindi possedevano un vantaggio strategico su tutto il resto del mondo. Con l’entrata della Cina in questo gruppo il panorama geopolitico sullo spazio è cambiato per sempre. Nel Marzo 2019 anche l’India ha condotto un test simile, distruggendo da terra un suo satellite.
Il congresso americano bocciò una prima proposta di creazione della US Space Force nel 2017, per poi approvarne la versione attuale nel 2019. La principale differenza consiste nel fatto che la prima proposta vedeva la Space Force come ramo al pari di marina, esercito e aviazione. La seconda la vede invece leggermente subordinata alla Air Force.
La Strategic support Force nasce nel 2015 dal tentavo di Pechino di creare un ramo del PLA utile alle operazioni riguardanti lo spazio e la guerra elettronica. Guardando il White paper rilasciato nel 2015 sull’ argomento, nonostante si riconosca una volontà di pace per la Cina, emerge una descrizione chiara del ruolo dello spazio per Pechino. Lo spazio deve essere “Un livello dominante nella competizione strategica internazionale” ossia un ambito su cui la Cina non può assolutamente rimanere dietro alle altre potenze militari.
Le operazioni della Strategic Support Force (SSF) sono molto simili a quelle della controparte americana. Tuttavia, diversamente dalla US Space Force, la SSF si divide in altre due sezioni: una per le operazioni legate allo spazio e una per la guerra elettronica. Un importante compito della SSF sarà per esempio fornire dati e comunicazioni agli altri rami dalla PLA. Riassumendo in una frase, l’obbiettivo della forza spaziale cinese è quello di istituire una dottrina di comando e di leadership nello spazio per il paese asiatico.
Attualemente tra i satelliti miliatri cinesi, si annoverano quelli di comunicazione come Feng Huo o i satelliti spia Yaogan la cui risoluzione è stimata tra 1 e 10 metri. Un satellite lanciato quest’anno, TSJ 2 è ritenuto essere destinato all’early warning, ossia la rilevazione di lanci missilistici. Infine vi sono i satelliti Jilin la cui risoluzione di osservazione è nell’ordine del metro.
Immaginare il futuro di questa nuova corsa al dominio spaziale è assai difficile. Da una parte c’è l’intrinseca opacità del settore militare, dall’altra l’impossibilità di prevedre i vasti sviluppi di queste tecnologie. In questo contesto, appare però evidente come ci sia una forte mancanza normativa nel settore spaziale internazionale. Sia per quanto riguarda l’uso spaziale del settore privato che di quello militare risultano ormai insufficienti i trattati del secolo scorso.
Questo è Spazio d’oriente, e oggi ci siamo addentrati nel settore militare spaziale cinese e americano. E’ un argomento che abbiamo solo iniziato a scalfire e sui torneremo ancora.
Spazio D’Oriente è una rubrica progettata e scritta da Nicolò Bagno.