Il 19 gennaio si è svolto con successo l’In-Flight Abort test (IFA), l’ultima prova che doveva superare la capsula Dragon per avere la certificazione per il trasporto umano. Tutto si è svolto secondo il programma e le immagini dell’esplosione del Falcon 9 hanno fatto il giro del mondo. Ecco 10 curiosità riguardo questa missione.
1 Chi ha richiesto l’IFA ?
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è stata la NASA a richiedere questo test ma è stata la stessa SpaceX a volerlo eseguire. L’azienda di Musk era consapevole delle eccellenti capacità della propria capsula. Si è quindi proposta per eseguire questo test nella condizione di volo in cui razzo e Dragon si trovavano nel punto di massimo stress strutturale. SpaceX ha voluto dimostrare quanto i suoi veicoli siano affidabili, probabilmente anche in prospettiva di possibili voli turistici.
2 Booster viaggiatore
Per l’IFA è stato selezionato il primo Falcon 9 Block 5 con numero di serie B1046. Oltre ad essere il primo di quest’ultimo aggiornamento ad aver volato è stato anche il primo ad essere riutilizzato per 3 volte. Il B1046 è anche quello che ha percorso più chilometri su terra. Si tratta infatti dell’unico Falcon 9 che è partito da tutti e 3 i pad di lancio utilizzati da SpaceX.
La prima missione, la Bangabandhu-1 dell’11 maggio 2018, è partita dal pad 39A del Kennedy Space Center, in Florida. Sempre dalla Florida, dall’SLC-40 di Cape Canaveral, è partita la seconda missione: Merah Putih, il 7 agosto 2018. Il terzo lancio di un Falcon 9 invece ha avuto luogo dallo Space Launch Complex 4E a Vandenberg, in California, il 3 dicembre 2018 per la missione SSO-A. Infine il B1046 è ritornato in Florida per l’IFA test.
3-Il trasporto degli astronauti
Elon Musk è famoso non solo grazie a SpaceX ma anche per Tesla, la famosa casa automobilistica produttrice di vetture elettriche. Abbiamo già visto una collaborazione tra le due aziende, anche se in una situazione molto insolita, ovvero il lancio della Tesla Roadster con il primo volo dimostrativo del Falcon Heavy.
Siccome gli astronauti presto dovranno raggiungere il pad per salire a bordo della Dragon, quale modo migliore di farlo se non a bordo di una Tesla Model X bianca, come le tute degli astronauti ?
4-Interni minimal
Il fatto che questa Dragon non sarebbe mai andata nello spazio si sapeva, quindi perché dotarla di tutti i confort interni? La capsula utilizzata per l’IFA è stata realizzata proprio per questo test e quindi non sono stati montati tutti i pannelli interni e il monitor che utilizzeranno gli astronauti per controllare le varie fasi del volo e l’attracco alla ISS.
5-Le due grandi esplosioni
Ebbene sì, le esplosioni che hanno distrutto completamente il Falcon 9 sono state due. Dopo pochi secondi dal distacco della Dragon c’è stata una prima esplosione, mostrata anche durante la live. A causa delle forze aerodinamiche subite dalla struttura del Falcon 9, il primo stadio ha iniziato a subire danni strutturali che hanno portato all’esplosione del primo stadio. Non tutto il razzo è andato distrutto però, il secondo stadio collegato all’interstage (la parte che separa i due stadi) è sopravvissuto precipitando in mare. Questa struttura è stata ripresa dai fotografi che si trovavano sul posto mentre impattava contro la superficie dell’acqua e generava una seconda esplosione.
6-Esplosione vista dai satelliti
A quanto pare l’esplosione in volo del Falcon 9 ha catturato l’attenzione anche dei satelliti utilizzati per le previsioni meteorologiche, tanto che è stata ripresa anche da un satellite che monitora i fulmini.
This is cool…10:30 am #SpaceX In-Flight abort test today and our radar picked up the #Falcon9 rocket exploding. #WFTV pic.twitter.com/XHWiVIhdTe
— George Waldenberger (@GWaldenWFTV) January 20, 2020
7-La potenza dei SuperDraco
I motori utilizzati per eseguire la manovra di aborto missione, chiamati SuperDraco, sono così potenti che hanno portato la Dragon ad una velocità di Mach 2,2. Due SuperDraco producono più spinta dei motori di un F-16 e potrebbero far superare ad un uomo la velocità del suono in appena mezzo secondo, se indossati in stile jetpack.
Crew Dragon separating from Falcon 9 during today’s test, which verified the spacecraft’s ability to carry astronauts to safety in the unlikely event of an emergency on ascent pic.twitter.com/rxUDPFD0v5
— SpaceX (@SpaceX) January 19, 2020
8-Resistenza inaspettata
La Dragon è formata da due parti: la capsula vera a propria e il trunk. Si tratta di una struttura che possiede i pannelli solari e che permetta di collegare la capsula al razzo. In questa sezione verranno poi collegati i carichi esterni da portare sulla ISS, come avviene con la Cargo Dragon usata per le missioni CRS.
Durante il rientro il trunk viene sganciato, per liberare lo scudo termico della capsula e assorbire il calore generato dall’attrito con l’atmosfera. Durante l’IFA si è vista la separazione e la caduta del trunk, ma lo stesso Elon si è stupito di vedere questa componente recuperata praticamente intatta, dopo una caduta di circa 40 km.
9-Recupero della Dragon alternativo
Il progetto iniziale della Dragon 2 prevedeva un rientro con atterraggio propulsivo in stile Falcon 9, ovvero utilizzando i motori SuperDraco. Musk ha poi dichiarato che servivano troppi test e certificazioni per poter trasportare un equipaggio con questo sistema, perciò è stato abbandonato per i classici paracadute. Una proposta di recupero alternativa è stata rivelata durante la conferenza post-lancio: utilizzare le navi Ms. Tree o Ms. Chief con le loro reti. Come per le coperture, questo sistema servirebbe a velocizzare il riutilizzo delle capsule, evitando la manutenzione dovuta al contatto con l’acqua salata.
10-Il ballo di Elon
La danza di Musk fatta durante la consegna della prima Model 3 in Cina è divenuta ormai famosa. Per questo motivo gli è stato chiesto di rifarla dopo l’IFA, ma si è rifiutato dicendo “I’m not your dancing puppet”. Per concludere queste lista delle 10 curiosità, vi lascio la promessa fatta da Elon: vedremo nuovamente il suo ballo quando invieranno il primo equipaggio.