Non dobbiamo attendere molto per vedere la partenza della prima missione del 2020 dell’azienda di Elon Musk. Alle 3:19 (ora italiana) del 7 gennaio il Falcon 9 accenderà i 9 Motori Merlin per portare in orbita 60 satelliti Starlink. Il decollo avverrà dallo Space Launch Complex 40 di Cape Canaveral, spazioporto utilizzato solamente 22 giorni fa per la missione JCSat-18/Kacific-1, sempre da SpaceX.
Dalla partenza al rilascio dei satelliti trascorreranno circa 61 minuti, mentre il primo stadio atterrerà sulla Of Course I Still Love You dopo 8 minuti e mezzo. La piattaforma per il recupero del Falcon 9 è situata a 628 km dalla costa di Cape Canaveral. Questa distanza così elevata è dovuta dal fatto che il carico trasportato è uno dei più pesanti lanciati dalla SpaceX e il razzo necessita di molto carburante.
Il Falcon 9 utilizzato per questa missione ha come numero di serie B1049 ed è già stato utilizzato tre volte. I precedenti lanci furono : Telstar 18V (10 settembre 2018), Iridium-8 (11 gennaio 2019), Starlink demo (24 maggio 2019). Con il prossimo lancio, se tutto andrà bene, la SpaceX potrebbe avere due booster riutilizzati per ben quattro volte.
Dopo circa 45 minuti dall’accensione dei motori, entrerà in azione anche la nave Ms. Tree per tentare di catturare al volo una delle coperture che proteggono i satelliti. SpaceX possiede due navi dotate di un’enorme rete per la cattura al volo, ma ne verrà utilizzata solamente una. Il motivo di questa scelta non è stato comunicato.
Con questa nuova missione ha così inizio il 2020 per SpaceX, che punta a completare ben 38 lanci.
Sarà possibile seguire la live del lancio qui.
I satelliti per creare la costellazione in grado di portare internet ovunque sulla Terra verranno rilasciati a 290 km di altezza. Da qui gli ingegneri effettueranno delle verifiche per controllare che tutti i sistemi funzionino correttamente. Se qualcuno dovesse avere problemi verrà fatto deorbitare, distruggendosi completamente rientrando in atmosfera.
Completati tutti i controlli, gli Starlink privi di problemi utilizzeranno i propri motori a ioni, alimentati con Kripton, per raggiungere l’orbita finale a 550 km. Per raggiungere questa posizione i satellite impiegheranno fino a 4 mesi.
Durante questa prima fase i pannelli solari avranno una configurazione particolare, per avere poca resistenza con l’atmosfera terrestre. Ciò causa una maggiore visibilità da terra, che diminuirà molto una volta che gli Starlink saranno nella configurazione finale.
Tra i 60 satelliti che verranno lanciati, uno è stato trattato in modo da renderlo più scuro per ridurre l’albedo. É un trattamento sperimentale che potrebbe migliorare le osservazioni astronomiche, attualmente rovinate dalle scie luminose dei satelliti.
SpaceX sta collaborando molto con le associazioni di astronomi per cercare soluzioni in grado di non creare problemi. Anche per questa ragione condividerà i dati di localizzazione dei satelliti e fornirà elementi predittivi per il passaggio degli Starlink, in modo che gli astronomi possano coordinare al meglio le loro osservazioni.