Per l’azienda di Elon Musk il 2019 si concluderà con “solamente” 13 missioni effettuate con successo. Per la prima volta dalla fondazione di SpaceX, la scarsità di lanci non è dovuta a loro ritardi ma a quelli nella consegna dei carichi da parte di aziende terze. Al momento l’anno record è stato il 2018 con 21 lanci eseguiti, ma questo traguardo potrebbe essere ampiamente superato l’anno prossimo, con 38 missioni programmate. Di queste solamente 14/15 sono per enti esterni, le altre serviranno per creare la mega-costellazione Starlink.
A gennaio 2020 abbiamo già 4 missioni fissate: 3 Starlink e l’IFA (In-Flight Abort) test per la capsula Dragon. Per il 3 gennaio è fissato il terzo lancio per portare in orbita altri 60 satelliti realizzati da SpaceX, mentre l’IFA dovrebbe avvenire l’11. Le altre due missioni sono programmate per la metà e la fine del primo mese del 2020.
La presidente e COO di SpaceX Gwynne Shotwell ha dichiarato che per rispettare questa tabella di marcia è necessario aumentare la produzione dei secondi stadi. Queste sono le uniche componenti che non vengono recuperate durante un lancio ed è necessario quindi costruirle da zero ad ogni missione.
SpaceX non ha intenzione di sviluppare un secondo stadio riutilizzabile per il Falcon 9 perché si stanno concentrando sulla progettazione di Starship.
La priorità dei lanci verrà assegnata sempre ai satelliti delle compagnie esterne, ma la Shotwell ha affermato che puntano a completare almeno 2 missioni Starlink al mese. Questo perché, come si può leggere anche dal sito ufficiale, vogliono aprire al pubblico il servizio di connessione internet il prima possibile. Questo sarà disponibile dall’anno prossimo, ma solamente per il Nord America e il Canada. Ci si potrà abbonare al servizio Starlink in tutto il mondo a partire dal 2021.
Grazie alla mega-costellazione ci si potrà connettere da qualsiasi punto del pianeta. Questo sistema di connessione dovrebbe entrare in servizio prima del periodo degli uragani, in modo da poter essere utilizzato nelle situazioni di emergenza.
Falcon 9 nuovi e usati
Nel 2019 abbiamo visto volare un booster per ben 4 volte e con l’anno nuovo questo record non rimarrà a lungo imbattuto. Alcune missioni però richiedono un Falcon 9 nuovo, come la DM-2 con la Dragon 2 oppure il lancio del Falcon Heavy. Per il razzo pesante di SpaceX infatti bisogna costruire un booster centrale nuovo, poiché i precedenti non sono mai stati recuperati a causa di diversi problemi.
Nel 2020 l’azienda di Musk ha dichiarato che realizzeranno solamente 10 booster nuovi, che si aggiungono ai 9 usati e già disponibili per le prossime missioni. Il primo Falcon 9 a non essere recuperato sarà già quello utilizzato per l’IFA di gennaio, che si distruggerà a causa delle forze aerodinamiche necessarie a simulare correttamente il test.