Allo Space19+ sono stati ottenuti grandi risultati dopo le riunioni di questi ultimi due giorni. La richiesta del direttore generale Wörner è stata completamente accettata e l’ESA riceverà un finanziamento dagli stati membri pari a 14.4 miliardi di Euro per i prossimi tre anni. Questo non è l’unico budget a disposizione dell’Agenzia Spaziale Europea. Essendo l’ESA indipendente dall’unione europea essa riceve anche dei finanziamenti per singoli progetti dall’UE stessa. Questo rappresenta comunque una parte minoritaria rispetto al budget approvato a Siviglia. Vediamone i punti principali.
La scienza torna al primo posto.
Per la prima volta dagli ultimi 25 anni riceve un aumento considerevole di budget il reparto di scienza di base e ricerca scientifica. Grazie a questo finanziamento vedrà la luce l’osservatore di onde gravitazionali spaziale LISA in accoppiata con la missione Athena (Advanced Telescope for High Energy Astrophysics). Quest’ultimo è un telescopio spaziale che andrà a studiare le componenti più energetiche dell’universo, in particolare i buchi neri supermassicci. Un grande finanziamento riceveranno anche i vari laboratori di terra dell’ESA per le ricerche in scienza di base.
Astronauti europei nello spazio e sulla Luna.
E’ stato confermato inoltre l’impegno per riportare nello spazio tutti gli astronauti europei selezionati nel 2009. Fra questi anche Samantha Cristoforetti. Viene inoltre stabilita la collaborazione con la NASA per il ritorno sulla Luna e gettate le basi per avere un astronauta europeo nelle future missioni Artemis. L’ESA continuerà il suo contributo fino al 2030 alla Stazione Spaziale Internazionale. Confermato anche la partecipazione dell’ESA alla stazione internazionale lunare (Lunar Gateway), confermando anche l’abbandono dell’Italia alla collaborazione con la Cina.
Telecomunicazioni.
Via libera anche alle nuovi reti di satelliti per le tecnologie 5G e per le nuove costellazioni di satelliti. Ci sarà inoltre l’inizio di collaborazioni fra le reti satellitari e quelle di navigazione satellitare per gettare le basi alla navigazione sulla superficie lunare. Inoltre verrà finanziato il programma NAVISP per l’accesso ai dati satellitari da parte di aziende del territorio europeo.
L’ESA continuerà a rafforzare il suo ruolo di leader mondiale nell’osservazione della Terra con l’arrivo di altre 11 missioni. In particolare concentrate nel settore del cambiamento climatico, nello studio dell’artico e dell’Africa. Grande “novità” è stata la conferma della creazione di un nuovo pilastro del programma ESA in ambito di sicurezza e protezione terrestre. In particolare ciò porterà alla creazione di nuovi progetti per la pulizia spaziale e per la rimozione dei detriti spaziali. Argomento molto caro al direttore Woerner. Confermata la collaborazione con la NASA per la missione HERA in ambito di protezione terrestre da asteroidi. Arriveranno inoltre anche altri investimenti in ambito di cyber sicurezza.
I lanciatori Europei.
L’ESA proseguirà il passaggio graduale alla nuova generazioni di lanciatori: l’Ariane 6 e il Vega C. Viene però anche confermato il finanziamento al progetto dello Space Rider, lo spazzolano riutilizzabile da tempo in studio all’agenzia spaziale europea. Non solo, secondo il direttore Worner nel budget dedicato ai lanciatori è compreso anche un finanziamento ai microlanciatori.
Insieme abbiamo messo in atto una struttura che vede l’ispirazione, la competitività e la responsabilità alla base delle nostre azioni per i prossimi anni; con l’ESA e l’Europa che vanno oltre i precedenti risultati attraverso le nuove missioni e stimolanti obiettivi di crescita con l’intera industria .
Queste le parole di Jan Worner al termine della riunione Space19+ di Siviglia.
L’Italia in particolare propone uno dei budget più alti della sua storia (il più alto in termini assoluti) quasi raddoppiando il finanziamento dello scorso anno. Secondo il Sottosegretario Riccardo Fraccaro le ricadute tecnologiche e scientifiche del nostro paese nello spazio sono il segnale che vale la pena impegnarsi per consolidare la nostra posizione di leader in questo settore. L’Italia contribuisce quindi con il 15.8 % del budget ESA rispetto a poco più del 10 % dello scorso ministeriale.