Dal 2021 la Nasa corre il rischio di rimanere fuori dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Sembra molto strano ma potrebbe succedere d’avvero.
Dal 2011, anno di ritiro dello Space Shuttle, la Nasa si è sempre affidata alle capsule Soyuz per raggiungere la stazione. Per fare questo vengono pagati dei prezzi non indifferenti all’agenzia spaziale russa. Questo è peròl’unico modo data la mancanza di capsule americane adatte al trasporto umano nello spazio.
Per risolvere questa situazione la Nasa ha dato inizio al Commercial Crew Program. Nel 2014 ha quindi affidato la costruzione di due capsule a due aziende private americane. Boeing e SpaceX. La prima ha costruito la Starliner CST-100, la seconde la Dragon V2. I ritardi nelle certificazioni di questi due mezzi stanno però mettendo in difficoltà l’organizzazione degli astronauti sulla ISS.
La NASA ha bisogno di certificare le due capsule entro Febbraio per evitare una riduzione degli astronauti. Per riuscirci le due capsule dovrebbero aver già effettuato un volo di prova con equipaggio. Attualmente è quasi impossibile che questo avvenga prima di Marzo. Per entrambe. La capsula di SpaceX, in vantaggio rispetto a quella di Boeing ha infatti programmato questo primo volo umano solo per questa primavera.
Alcuni mesi fa la Nasa ha comprato dei “passaggi” per la ISS a bordo della Soyuz solo fino all’autunno del 2020. Già questa estate però si rischia che a bordo della stazione rimanga un solo astronauta al posto che i tre “classici”. In questa situazione si ridurranno di molto le ore disponibili per effettuare ricerca scientifica data la mancanza di mano d’opera necessaria alla manutenzione e al funzionamento della stazione. Con solo un astronauta si stima che possano essere eseguite solo 6 ore scarse a settimana di ricerca scientifica. Un equipaggio di tre astronauti porta questo numero a quasi 12 ore a settimana.
Per evitare questa situazione di limitazione o addirittura di mancanza di astronauti a bordo la Nasa sta pensando a delle soluzioni. Innanzitutto ha richiesto l’acquisto di altri due posti nella Soyuz per l’autunno 2020 e per l’inizio del 2021 ma non ha ancora ricevuto una risposta dall’agenzia spaziale russa. Un’altra soluzione è quella di estendere le prime missioni di prova delle due capsule americane a vere e proprie missioni di lunga durata all’interno della ISS.